
Lo sbiancamento dentale (bleaching) è una pratica odontoiatrica che permette di modificare il colore dei denti, schiarendoli per migliorare l’effetto estetico complessivo del sorriso.
Sta riscuotendo un grande successo grazie ad una crescente efficacia dei trattamenti e a una sempre maggiore attenzione all’aspetto estetico.
I trattamenti principalmente utilizzati sono a base di perossido d’idrogeno o di carbammide, sostanze che schiariscono la superficie dei denti.
La tecnica ambulatoriale prevede l’applicazione dello sbiancante sulla superficie dei denti, dove viene lasciato agire per un’ora. Per attivarne il principio attivo e incrementarne l’efficacia vengono posizionate davanti alla bocca del paziente una lampada alogena o una sorgente laser per tutta la durata della seduta. Per ottenere un risultato ottimale, il trattamento viene ripetuto 3-4 volte. Nel caso di denti devitalizzati, la sostanza viene iniettata all’interno del dente, invece che distribuita sullo smalto.

La tecnica domiciliare inizia con il rilevamento del colore dei denti e delle impronte dell’arcata superiore ed inferiore. Queste serviranno alla realizzazione di mascherine trasparenti che dovranno essere riempite con l’agente sbiancante e poi indossate dal paziente. La durata della procedura è di una-due settimane, durante cui il paziente dovrà portare le mascherine dalle 6 alle 8 ore al giorno (preferenzialmente di notte).
Lo smalto dei denti non subisce alcun danno e l’ipersensibilità come effetto collaterale è molto rara e risolvibile in poco tempo.
